sabato 2 marzo 2013

Londra Il Grottesco è di casa - Diario di un viaggio tragicomico - 11


Che sollievo! Dopo la doccia siamo rinate! Di umore più che sollevato facciamo di corsa le scale per cominciare la nostra esplorazione in giro per la città. La nostra invisibilità tra i ragazzi dell’ostello è impressionante, tuttavia decidiamo di non dare molta importanza alla cosa.
Appena arriviamo alla porta di uscita abbiamo la prima lezione di vita sul cambiamento repentino del meteo in Inghilterra. Sta diluviando.
“Nooooo! E adesso?” il tono di voce di Elena è quasi buffo. La guardo un momento mentre, con le braccia a penzoloni e le spalle curvate in avanti, ha la classica postura di una bambina delusa davanti al Luna Park chiuso.
“Eh, adesso, niente. Torniamo in camera, sostituiamo i pantaloncini corti con i jeans, la canotierina con la maglietta a maniche lunghe e ripartiamo!”.
Torniamo in camera a prendere il K-Way sperando che la pioggia si attenui. Ma non ne vuole sapere.
“Se usciamo adesso, il K-Way non basta. Nel giro di due minuti siamo bagnate spolte.”
“Sembra il diluvio universale! Guarda la strada!”.
Rigagnoli di acqua corrono velocissimi lungo la collina dove ci troviamo. A dir la verità i rigagnoli si stanno trasformando in qualcosa di più serio…
“E’ inutile” dico “stare attaccate alla finestra sperando che smetta.”
Decidiamo quindi intanto di perlustrare l’interno dell’Ostello per capire dove si trova l’area colazione e la cucina in cui gli ospiti possono preparare qualche pasto veloce.
Intanto, dal telefono pubblico all'interno dell'Ostello (non andavano ancora di moda i cellulari), chiamiamo anche i nostri genitori per informarli che siamo arrivate e ci siamo sistemate.
Purtroppo mia mamma non sta meglio e questo mi demoralizza molto. Lei cerca di consolarmi e di rassicurarmi, ma il pensiero mi tormenta continuamente. Sentire la sua voce mi ha sollevato da un verso e abbattuto dall’altro.
Mentre ascolto la telefonata di Elena con sua madre, noto l’infinità di dettagli che si riescono a dire. Impressionante. C’è sempre stata questa differenza tra me e lei. Le mie telefonate con i miei durano 1 o 2 minuti al massimo. Le sue, almeno 10 minuti.
Esaurite le chiacchiere con i rispettivi genitori, ci sediamo sui divanetti dell’ingresso ad aspettare. Siamo quasi ipnotizzate dal rumore sordo e continuo della pioggia che batte sulle finestre e sul tetto. La stanchezza prende quasi il sopravvento. Mi impongo di non addormentarmi. Passano lentamente alcune decine di minuti e da una finestra intravediamo che la pioggia si è calmata e finalmente possiamo uscire.
Continuiamo a notare che questo posto è pieno di bei ragazzi! E continuiamo a pensare: “Peccato che nessuno si accorga di noi!”. Ed essendo troppo timide per avvicinarli, sospirando usciamo.


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2 commenti:

  1. Ciao Elena continuo la lettura ,attendo il seguito!:) Bella l'immagine per il contest! Brava ciaooooooo!

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    1. Grazie carissima!!!!! Sono un po' ferma ultimamente.... Troppe cose per la testa e poco tempo.
      Sto quasi pensando di provare a pubblicarlo online....
      E grazie per il Contest! L'ho fatta un po' per mettermi in gioco, un po' perchè ho avuto l'ispirazione e un po' anche perché...chissà...10 crediti mi farebbero anche comodo! :D ahahah

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