Che sollievo! Dopo la doccia siamo rinate! Di umore
più che sollevato facciamo di corsa le scale per cominciare la nostra
esplorazione in giro per la città. La nostra invisibilità tra i ragazzi
dell’ostello è impressionante, tuttavia decidiamo di non dare molta importanza
alla cosa.
Appena arriviamo alla porta di uscita abbiamo la
prima lezione di vita sul cambiamento repentino del meteo in Inghilterra. Sta
diluviando.
“Nooooo! E adesso?” il tono di voce di Elena è quasi
buffo. La guardo un momento mentre, con le braccia a penzoloni e le spalle
curvate in avanti, ha la classica postura di una bambina delusa davanti al Luna
Park chiuso.
“Eh, adesso, niente. Torniamo in camera, sostituiamo
i pantaloncini corti con i jeans, la canotierina con la maglietta a maniche
lunghe e ripartiamo!”.
Torniamo in camera a prendere il K-Way sperando che
la pioggia si attenui. Ma non ne vuole sapere.
“Se usciamo adesso, il K-Way non basta. Nel giro di
due minuti siamo bagnate spolte.”
“Sembra il diluvio universale! Guarda la strada!”.
Rigagnoli di acqua corrono velocissimi lungo la
collina dove ci troviamo. A dir la verità i rigagnoli si stanno trasformando in
qualcosa di più serio…
“E’ inutile” dico “stare attaccate alla finestra
sperando che smetta.”
Decidiamo quindi intanto di perlustrare l’interno
dell’Ostello per capire dove si trova l’area colazione e la cucina in cui gli
ospiti possono preparare qualche pasto veloce.
Intanto, dal telefono pubblico all'interno
dell'Ostello (non andavano ancora di moda i cellulari), chiamiamo anche i
nostri genitori per informarli che siamo arrivate e ci siamo sistemate.
Purtroppo mia mamma non sta meglio e questo mi
demoralizza molto. Lei cerca di consolarmi e di rassicurarmi, ma il pensiero mi
tormenta continuamente. Sentire la sua voce mi ha sollevato da un verso e
abbattuto dall’altro.
Mentre ascolto la telefonata di Elena con sua madre,
noto l’infinità di dettagli che si riescono a dire. Impressionante. C’è sempre
stata questa differenza tra me e lei. Le mie telefonate con i miei durano 1 o 2
minuti al massimo. Le sue, almeno 10 minuti.
Esaurite le chiacchiere con i rispettivi genitori, ci
sediamo sui divanetti dell’ingresso ad aspettare. Siamo quasi ipnotizzate dal
rumore sordo e continuo della pioggia che batte sulle finestre e sul tetto. La stanchezza
prende quasi il sopravvento. Mi impongo di non addormentarmi. Passano
lentamente alcune decine di minuti e da una finestra intravediamo che la
pioggia si è calmata e finalmente possiamo uscire.
Continuiamo a notare che questo posto è pieno di bei
ragazzi! E continuiamo a pensare: “Peccato che nessuno si accorga di noi!”. Ed essendo
troppo timide per avvicinarli, sospirando usciamo.
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Per favore rispetta il mio duro lavoro.
Ciao Elena continuo la lettura ,attendo il seguito!:) Bella l'immagine per il contest! Brava ciaooooooo!
RispondiEliminaGrazie carissima!!!!! Sono un po' ferma ultimamente.... Troppe cose per la testa e poco tempo.
EliminaSto quasi pensando di provare a pubblicarlo online....
E grazie per il Contest! L'ho fatta un po' per mettermi in gioco, un po' perchè ho avuto l'ispirazione e un po' anche perché...chissà...10 crediti mi farebbero anche comodo! :D ahahah