Pubblicazione del 06 Maggio 2013
La valigia è in macchina, lo zaino è appoggiato ai
miei piedi. Mi allaccio la cintura e mi avvio in macchina con mio papà a
prendere Elena, e insieme andremo all’aeroporto di Bologna.
Appena lei sale in macchina, eccitata per
l’imminente partenza, la guardo e le dico piano: “Non crederai mai a cosa mi è
successo ieri sera”.
Lei è molto curiosa, cerca di fare qualche domanda ma
voglio aspettare di essere da sola con lei per parlare più liberamente. Mi
interroga con gli occhi tentando di capire, ma il mio mezzo sorriso deciso le
fa capire che non uscirà nessuna parola in proposito.
Il viaggio si esaurisce con le solite chiacchiere
leggere che possono caratterizzare due ventenni (femmine), mentre mio padre,
perso nei suoi pensieri, non proferisce parola.
Arrivate in aeroporto, facciamo check in, controlliamo
che il volo non abbia inconvenienti, salutiamo mio padre e ci avviamo verso i
cancelli per la partenza.
Passiamo senza problemi il controllo passaporti e
bagaglio. Cerchiamo il nostro Gate, che non riporta come destinazione Londra,
ma Bruxelles. Questo perché il volo diretto per Londra era più costoso e mia
mamma ha pensato bene di farci fare scalo a Bruxelles…in conclusione: per
andare a Londra impiegheremo 8 ore!!
Un ultimo controllo: perfetto! L’aereo sembra in
orario. Almeno quello!
Ci sediamo nelle poltroncine in prossimità del
nostro gate e comincio a raccontare cosa è successo la sera prima.“Non so se sai che la R. aveva visto F. alla fiera a
Nonantola con un'altra...” comincio io.
“Eh sì, l'ho saputo dopo che ha parlato con te. Mi
ha detto di aver fatto una gaffe, ma che forse non te ne eri accorta perché il
discorso è stato sviato” mi interrompe Elena, che a questo punto comincia a
capire come si è conclusa la serata.
Termino il racconto con la grande rivelazione del
mio geniale ex, per finire con risate incontrollabili da parte di entrambe.
Distrattamente controllo l’orario. Mmmm…strano ormai dovrebbero imbarcare…
mancano solo 15 minuti alla partenza. Mentre Elena commenta il mio racconto, con
un mezzo sorriso alzo lo sguardo al tabellone informativo appeso sopra il Gate e…..
ISTANBUL?????? Pronto?? Ma cosa succede? Mi alzo di scatto in preda al panico!
Elena si alza due nanosecondi dopo di me chiedendo: “Cosa c’è?? Cosa c’è??”.
La guardo e nella moltitudine di pensieri che mi
attraversano la testa, non riesco nemmeno a parlare.
“Hanno spostato il Gate! Troviamo il nostro perché
stanno imbarcando! SUBITO!”.
Raccogliamo gli zaini e ci avviamo verso il
tabellone generale per scoprire dove dirigerci. Nel frattempo sentiamo il
classico motivetto musicale che precede l’annuncio: “Ultima chiamata per il
volo…”.
NOOOO, la chiamata per microfono NOOOOO!!!!! Che
vergogna! Appena sentiamo il numero del Gate ci affrettiamo senza perdere un
secondo di più. Arriviamo, trafelate, al cancello di imbarco. Proviamo a
stamparci in faccia un sorriso educato e ingenuo (che si rivela tuttavia di
puro imbarazzo) ma l’assistente di terra ci strappa quasi la carta d’imbarco
dalle mani e ci liquida con uno sbuffo inequivocabile. Ci guardiamo pensando
entrambe: “Che figura….!”
Attraversiamo il cancello e saliamo sull'autobus che
ci porterà ai piedi dell'aereo.
Ed eccoci a bordo a chiedermi se quello che è
successo è l’inizio di un viaggio sfortunato, o se è solamente un episodio
isolato. A questo punto l’episodio non è più soltanto uno…ma…cerchiamo di
essere ottimisti!
Guardo la simpatica hostess e annuendo penso: “Sì,
sicuramente appena atterriamo ci lasciamo tutto alle spalle e passeremo 3
settimane di incredibile divertimento e folle mondanità londinese”.
Come mi sbagliavo…
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